Una lettera di ricordo
UNA LETTERA DI RICORDO DA PARTE DI LIDIA MACCONI ALLA FAMIGLIA BERNI
Alla signora Piera Berni e ai figli.
Siamo addolorati per quanto è successo, ma vi siamo vicini e vi abbracciamo.
Un saluto particolare va al professor Berni a nome degli infermieri e mio.
Voglio esprimere la mia gratitudine per quanto ha dato a tutti noi.
Grazie Professore, per i valori etici, morali e professionali che ci ha trasmesso in tutti questi lunghi anni di lavoro.
Era sempre presente al lavoro, anche quando non si sentiva bene. Le feste non esistevano, l’orario neppure. Desiderava che tutti fossero presenti.
Nelle lunghe visite ai malati, lo ricordo attento nell’esame obiettivo, attento a tutti i problemi della persona malata, non gli sfuggiva niente. Diceva sempre che un buon esame obiettivo gli permetteva di fare una prima diagnosi.
Il malato era al centro di ogni discussione.
Negli incontri per rivedere alcuni casi clinici importanti, chiedeva chiarimenti e pareri a ognuno secondo le proprie competenze, coinvolgeva tutti. Per questo, grazie a lui, siamo cresciuti professionalmente.
Tutti i medici, gli infermieri e gli operatori sono orgogliosi di aver lavorato e conosciuto un grande clinico e una grande persona, un esempio straordinario per tutti noi.
Un grazie va a lei e ai suoi figli perché avete permesso tutto questo.
Lidia Macconi
Firenze, 20 giugno 2016
Convegno in ricordo del Professor Giancarlo Berni
Palazzo Vecchio, 12 ottobre 2016
INTERVENTO DI LIDIA MACCONI
Desidero ringraziare, insieme a tutto il personale infermieristico, tecnico e ausiliario, il dottor Antonio Panti e il dottor Stefano Grifoni per avermi dato l’opportunità di ricordare il professor Giancarlo Berni, a cui va tutta la nostra gratitudine per i valori etici, morali e professionali trasmessi nei lunghi anni di lavoro.
Conobbi il professor Berni nel 1972. Lui era l’aiuto del professor Vannucchi e io una caposala. In quel periodo ebbi modo di apprezzare il suo metodo innovativo di concepire la professione medica, precursore di quella che sarebbe diventata la medicina moderna. Già allora il professor Berni sosteneva la centralità del paziente e credeva fermamente nella collegialità: questo ha contribuito a creare una scuola di pensiero altamente qualificata. Un grande professore, una figura umana e carismatica, a cui tutti facevano riferimento per i casi più difficili o per un semplice consiglio. Dotato di grande intelligenza e lungimiranza, sapeva apprezzare e valorizzare il lavoro di tutti gli operatori sanitari e non.
Promosso primario, nel 1983 andò a Santa Maria Nuova per tornare a Careggi nel 1988 come primario del Pronto Soccorso e Astanteria. Quando mi propose il ruolo di caposala dell’Astanteria, poi diventata U.O. di Medicina 3, ne fui molto onorata. Accettai con gioia, pur sapendo che il percorso non sarebbe stato facile. Era infatti molto esigente, prima di tutto verso se stesso, quindi anche il personale doveva stare al suo passo. Eravamo negli anni ’90, all’inizio di una vera trasformazione organizzativa e tecnologica.
Ogni giorno era una lezione. Così tutti noi acquisivamo sempre più esperienza e professionalità. Amava molto la sua professione ed era sempre attento ai problemi del malato, si portava il lavoro ovunque, immagino anche a casa. Non staccava mai, infatti era frequente vederlo varcare i cancelli di Careggi a bordo del suo scooter per approfondire un caso o visitare un paziente anche nei giorni festivi – compresi Natale e Pasqua – o di notte.
I suoi esami obiettivi e le lunghe visite erano famosi. La visita in reparto era preceduta da un incontro a cui doveva partecipare tutto il personale. Chiedeva a tutti se c’erano stati problemi e quali provvedimenti erano stati presi. Non gli sfuggiva niente, aveva una memoria straordinaria.
La presenza sempre più folta di pazienti critici provenienti dal Pronto Soccorso, determinava uno sforzo organizzativo più appropriato e dinamico di quello di un tradizionale reparto di medicina. I gruppi di lavoro, composti da medici, infermieri e OSS, erano chiamati a rivedere le procedure assistenziali e a dotarsi di strumenti operativi come la scheda e poi cartella infermieristica, protocolli, scheda unica di terapia. Ci avviavamo verso la nascita di una medicina d’urgenza che esigeva corsi di aggiornamento per il personale preposto. Il professor Berni ha sempre invitato il personale a partecipare ai corsi di formazione aziendale. Amava le novità e non si tirava indietro di fronte a nuove sfide.
Maestro dell’Emergenza-Urgenza, ha formato grandi medici e infermieri, che ancora oggi lavorano con onore in Azienda e nei vari ospedali della Toscana.
Nelle lunghe visite si avvaleva del parere dei medici, ma anche degli infermieri. Coinvolgeva tutti: specialisti, radiologi, fisioterapisti, dietiste e logopediste, ognuno nel proprio ruolo, per il bene del malato.
Il suo famoso senso di appartenenza gli faceva dire: “i miei infermieri, i miei caposala”. Prima di uscire dall’Ospedale, nel tardo pomeriggio, voleva e doveva chiudere il cerchio su ogni cosa.
Era famoso anche per la dieta idrica, ma sopratutto per la dieta delle mele cotte a cui tutti i pazienti critici erano sottoposti, in contemporanea alla terapia d’urgenza.
Il passo successivo fu la trasformazione della vecchia Astanteria in un luogo di diagnosi e cura immediate, letti LOTA, degenza breve.
È stato l’apripista di un nuovo modello organizzativo del Pronto Soccorso e della Medicina d’Urgenza. Ha intuito l’importanza di collocare una radiologia all’interno del Pronto Soccorso per una diagnosi veloce.
Era nata una medicina d’urgenza, con le sue innovazioni e la necessità di seguire procedure uniche, protocolli, cartella infermieristica, scheda
terapeutica… tutti quegli strumenti, insomma, che riducevano la possibilità di errore umano.
Il professor Berni ha gettato le basi e ha lavorato attivamente per un Pronto Soccorso moderno ed efficiente. Oggi il testimone lo ha raccolto un grande professionista suo allievo, il dottor Stefano Grifoni, che, con una squadra di personale medico, infermieristico e tecnico altamente preparata, ha
reso il Pronto Soccorso il fiore all’occhiello dei fiorentini. Un centro di eccellenza per tutta la Toscana e non solo.
Nominato Direttore del DAI nel 2003, il professor Berni ha contribuito egregiamente e con impegno all’organizzazione di un Dipartimento complesso come quello dell’Emergenza-Urgenza.
Fra due giorni avrebbe compiuto 80 anni e allora… tanti auguri, caro Professore, ovunque lei sia. Il suo ricordo resterà indelebile nel nostro cuore e in tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerla e apprezzarla, compresi i malati. Un grazie da tutti noi.
Un pensiero e un grazie va alla famiglia che ha permesso tutto questo.
La Caposala Lidia Macconi