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Covid19 aggiornamenti

Covid19 aggiornamenti

Il virus
È arrivato dall’oriente, e in questo caso lo sappiamo con sicurezza, dalla Cina. Si tratta di un nuovo virus il Sars – Covi2 che è responsabile della malattia, la Covid19.
Gli acronimi si riferiscono al virus della Sars, che aveva girato in Italia nel 2002, con cui il Sars – Covi2 ha somiglianze di struttura, al tipo di virus che si chiama Coronavirus (Cov) mentre il 2 indica la successione temporale.
La malattia ha il prefisso Covi (per Corona virus) e la lettera d per disease (malattia in inglese) e il 19 indica l’anno della sua comparsa (il 2019).

Si tratta di una malattia molto contagiosa, capace di diffondere nell’aria attraverso le goccioline (droplets) di saliva che si producono con lo starnuto, il colpo di tosse e il parlare. Oltre a diffondere, le droplets vengono inspirate dalle persone vicine e si possono depositare sugli oggetti su cui cadono (mobilio, cellulari, mani, abiti) e anche sul terreno.
Le persone che parlano, starnutiscono e tossiscono sono la fonte principale di contagio. Per questo si deve indossare la mascherina e mantenere una distanza di sicurezza evitando così di contagiare gli altri e proteggendo noi stessi. Per questo è prudente indossare i guanti, lavare e disinfettare le mani sempre, in particolare prima di toccare il proprio volto. È importante anche disinfettare le superfici con cui si viene a contatto, anche se probabilmente il virus, quando si deposita, sopravvive poche ore.
Quindi contatti interumani protetti, distanziati, possibilmente all’aperto.

La malattia
Il virus si localizza nelle prime vie respiratorie, alte (faringe e naso e trachea) e nelle basse (polmoni). La sua presenza provoca la malattia che sarà quindi un raffreddore, un mal di gola o una trcaheo bronchite. Quando colpisce i polmoni una polmonite. Solo quest’ultima è pericolosa per la vita poiché impedisce gli scambi respiratori e riduce l’ossigeno nel sangue.
Questo avviene sia perché l’aria contenente l’ossigeno non arriva alle pareti alveolari sia perché i piccoli vasi sanguigni che devono estrarre l’ossigeno dalle pareti dell’alveolo rimangono chiusi da fenomeni di trombosi.
Da qui la cura principale che consiste nel somministrare ossigeno. Questo viene fatto con mezzi semplici come gli occhialini o la maschera che avrete senz’altro visti ma, nei casi gravi, con apparecchi più complessi come i ventilatori e i caschi. Nei casi gravissimi si deve forzare l’ossigeno dentro i polmoni e si deve ricorrere alle cure in un reparto di terapia intensiva, dove il paziente è sottoposto alla famosa intubazione di cui avete sentito parlare nelle varie trasmissioni televisive e sui giornali.

La prognosi
La maggioranza dei pazienti se la cava senza problemi se non c’è la polmonite. Sta male come per una comune influenza. Se c’è la polmonite le cose sono più difficili e in particolare si ammalano gravemente le persone di età avanzata (sopra i 70 anni) e con altre malattie (ipertensione, cardiopatie e malattie polmonari).
Nelle ultime due settimane le cose vanno un po’ meglio non solo per la diminuzione dei contagi, frutto dell’isolamento in casa e della chiusura dei locali dove si crea affollamento ma vanno meglio anche i decessi che si stanno riducendo. I virologi non sanno dare una risposta certa ma fanno varie ipotesi: che il virus diffonda peggio per variazioni di clima, che il virus sia meno aggressivo, che infine le cure siano più centrate e efficaci.
In ogni modo la speranza non ci abbandona e confidiamo nel sistema sanitario e nel prossimo vaccino.
Preme anche a noi sottolineare la dedizione ed abnegazione di tutti gli operatori sanitari che hanno permesso di affrontare una situazione tanto nuova quanto grave e difficoltosa e va a questi colleghi il nostro sincero ringraziamento

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